Le fonti ecclesiastiche. Subito dopo il Concilio di Trento esse assumono un’importanza centrale[1]. È parte di un processo di riorganizzazione della Chiesa, scossa dalla Riforma. Sia sotto il profilo dottrinale che funzionale. La Chiesa serra i ranghi, rafforza quegli strumenti che possono garantire un controllo sulla società.
Si fondano nuove Congregazioni (per la propagazione della fede e dell’Indice).
Si assiste ad un processo impegnativo che fa leva su tre soggetti: i parroci, i vescovi, gli ordini religiosi. Possiamo aggiungere anche il Tribunale dell’Inquisizione. C’è una separazione in chiese nazionali, ad esempio quella Anglicana con al vertice la corona e in seconda posizione il vescovo di Canterbury. Proprio dall’attività dei tre soggetti scaturirà una produzione di documenti. Perché questi tre soggetti sono importanti? I parroci vengono richiesti di avere una capacità di azione assegnata con l’istituzione di seminari per la formazione. I sacerdoti devono essere preparati per contrastare la Riforma. Il parroco deve anche avere una presenza continua, attenta e di sorveglianza nella comunità. Essi dovranno tenere dei registri parrocchiali di tutti i fatti importanti per la comunità ad iniziare dai dati anagrafici, demografici. I registri parrocchiali diventano uno strumento importante per la ricostruzione di una comunità di villaggio che vive intorno alla parrocchia. L’archivio parrocchiale diverrà un importante deposito di informazioni sul grado di partecipazione, gli organismi religiosi nelle loro attività, le personalità più in vista nella comunità, donazioni, legami familiari, eccetera.
La parrocchia è il punto di aggregazione della comunità esercitandovi anche un controllo. L’organizzazione della Chiesa cattolica in epoca tridentina e post-tridentina si esplica anche attraverso l’istituzione dei vescovi (vedi Borromeo) e delle Diocesi. Vi è un obbligo di residenza nella Diocesi e l’obbligo delle visite pastorali, un’ispezione territoriale che ha come oggetto le parrocchie. Si analizzano i registri parrocchiali, si interrogano i parroci, si interrogano i parrocchiani (partecipazione alle funzioni, assunzione dei sacramenti). Si verifica il buon andamento anche finanziario della parrocchia. Il documento risultante è frutto di un’inchiesta ed è conservato negli archivi diocesani. Si possono paragonare alle relazioni di viaggio, una fonte molto interessante dell’epoca moderna. Sono il frutto di un’inchiesta periodica.
Vista l’importanza di queste fonti, da trent’anni sono oggetto di un interesse più sistematico, creando una banca dati che le ha sezionate e segmentate. È stato fatto dall’Istituto Italo-Germanico di Trento e poi anche da altre Diocesi.
La grande importanza della figura del vescovo si è tradotta nell’attività affidata al vescovo che è scaturita nella documentazione conseguente. Il Tribunale dell’Inquisizione, su base diocesana, giurisdizione dello stesso, è stato lo strumento repressivo dell’eresia protestante, di quei comportamenti pagani e della stregoneria. Uno strumento di lotta contro la Riforma e l’eterodossia.
Il ruolo dell’Inquisitore è interessante sotto il profilo culturale dal Cinquecento al Settecento. Le testimonianze inquadrano i profili degli imputati (età, sesso, preparazione culturale, condizione economica). Qui è importante la questione dello sguardo trasversale. Applicarlo nel caso dell’Inquisizione è importante, facendo emergere le testimonianze, arringhe, sentenze, dichiarazioni. La possibilità di leggere voci di diversa provenienza rende le stesse preziose. Spesso le risposte alle domande dell’inquisitore sono orientate, non danno spazio di manovra.
Max Weber nel 1905 pubblicò L’etica protestante nello spirito del capitalismo. Weber riconobbe nella diffusione del Calvinismo lo sviluppo precoce del capitalismo nei paesi protestanti. L’individualismo economico sociale portava all’elezione di coloro che erano chiamati al successo.
Da noi che riscontro, che ricaduta c’è stata? Quanto e come l’Italia è rimasta cattolica? Quanto di evangelismo è entrato nella nostra cultura? Quanto il cattolicesimo ha influito sul ritardo nel Sei e Settecento nell’industrializzazione ritardata? Fino a che punto si è diffusa da noi la cultura riformista? Essa si è diffusa anche tra le classi popolari?
La Congregazione per la difesa della fede, istituita nel 1542, l’Inquisizione, poi diventata Congregazione del Sant’Uffizio.
La Congregazione dell’Indice, istituita dal 1571 e attiva fino al 1917, poi le competenze sono ritornate al Sant’Uffizio. Questa Congregazione controllava la conformità della produzione a stampa rispetto alla fede cattolica.
Il più importante processo inquisitoriale del Cinquecento fu quello di Menocchio. Fu riportato in luce da Carlo Ginzburg. Menocchio era un mugnaio di Montereale Valcellina e giustiziato a Pordenone. Ginzburg trovò per caso i documenti del processo. Fu poi pubblicato un libro: Il formaggio e i vermi. Ginzburg ricostruisce l’universo mentale di Menocchio. Egli aveva delle concezioni molto libere intorno alla religione. Il formaggio e i vermi sono una metafora (molto materialista). Il mondo era visto come un pezzo di formaggio con dentro i vermi. Lasciava intravedere una visione del mondo per nulla ortodossa.
Darnton, nei suoi studi sull’Illuminismo francese, si è imbattuto anch’egli per caso in un patrimonio documentario unico, a Neuchatel, la Societé Tipographique di Neuchatel. Darnton poi, grazie a questo libro[2], fu lanciato a livello internazionale. La domanda a cui rispondeva Darnton era: quanto si erano diffuse le opere illuministiche? Domande molto diverse rispetto a quelle tipiche che si muovevano nel solco della storia delle idee. Edward Thompson ha scritto un’opera intitolata Rivoluzione industriale e classe operaia. È un lavoro che scava a fondo nella cultura, nella visione del mondo, nella sensibilità dei lavoratori salariati inglesi.
[1] Siamo nel corso del Cinquecento.
[2] The Business of the Enlightenment.