Gli Oggetti Narrativi Non Identificati che vanno a nutrire il panorama New Italian Epic sono propaggini di un linguaggio figurativo esasperato che dovrebbe opporsi al disimpegno e all’estetismo del post-moderno. Gli ONNI e il NIE che li contiene si collocano sul filone disumano dell'”anonimo collettivo”. Ma l'”anonimo collettivo” è proprio la massima realizzazione dell’annientamento della persona attuato dal capitalismo maturo, annientamento che passa attraverso una falsa valorizzazione del singolo che, invece, viene omologato e ridotto a soldatino di una immensa legione di consumatori.
Per rompere questa catena infernale si dovrebbe intraprendere, al contrario, un percorso di valorizzazione e, quindi, di responsabilizzazione della persona, ad una sua emersione allo scoperto, che non significa una riedizione della centralità della figura-sfondo, funzionale al sistema, ma di una riscoperta della unicità della persona e della sua interdipendenza dalle altre persone, senza la quale la sua unicità scompare.
L'”anonimo collettivo” è una falsa oggettività poiché si concentra sull’oggetto e basta. Tuttavia, quale oggetto non ci è dato conoscere se non interviene la faticosa ricostruzione dello scrittore, il sogno, l’idea, la memoria che diventa narrazione. La sua personale ricostruzione; il suo assemblaggio. Su queste semplici cose spesso si è equivocato. Con una narrazione che si limita ad enfatizzare una presunta realtà preferenziale, cioè soggetti particolarmente epico-drammatici o alternativi, con una scrittura non-scrittura che vorrebbe trasferire l’oggetto nel libro non ci si avvicina alla vita.
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