I prodotti alimentari in Europa accelerano e parecchio. E’ la BCE a confermarlo e la ragione fondamentale risiede nell’aumentata richiesta di carne e prodotti alimentari freschi in Cina. Ormai i prezzi si fanno a livello mondiale. Queste tensioni sulle materie prime agricole hanno innescato incrementi dei prezzi alimentari fino al 30%. Le materie prime che sono aumentate di più sono: cereali, semi oleosi, olii, bevande, zucchero e tabacco.
In particolare in Italia negli ultimi 12 mesi il prezzo del pane risulta aumentato del 4,2 %, il riso e la pasta, i cereali e le farine registrano un aumento tendenziale sul 3%. Anche la carne (grazie all’immenso mercato cinese) è aumentata del 2,4 % e la frutta del 6,1. Gli aumenti non penalizzano solo i cittadini lavoratori am anche le imprese che si vedono costrette ad aumenti dei prezzi, col rischio di perdere quote di mercato.
Ma possiamo stare tranquilli e accontentarci delle parole dei nostri politici: “In tutta la filiera c’è la possibilità di assorbire al meglio tutti i rincari”. Per inciso, nella filiera dei rifornimenti alimentari i prezzi aumentano più o meno di 70 volte per il grano e i dolci e di 12 volte per il pane.
Il governo tace o, se ci va bene, si occupa degli inquilini importanti di Palazzo Chigi. Quelli che non hanno problemi coi prezzi alimentari.
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