Dopo aver dato il colpo di cannone iniziale alla distruzione del partito di Di Pietro, la Gab(b)anelli, su imbeccata delle alte sfere piddine, ha sparato il primo colpo sulla casamatta cinque-stellata. Rai3 serve anche a questo. Mai ammirare troppo questi soloni, oltreché personaggi di puro valore mediatico, presunt(uos)amente indipendenti, come hanno fatto per troppo tempo grillini e parti consistenti della sinistra e “cittadini onesti”, perché potresti ritrovarteli alle tue terga, pronti a pugnalarti senza troppi ripensamenti etici. Dopotutto, questo è sempre stato il ruolo della “socialdemocrazia”, come in tanti ci avevano spiegato, tra cui il buon Claudio. Non si occupano le stanze del potere senza esserne veramente in grado, senza avere la statura e la stazza di chi lo fa da decenni.
Intanto l’unica buona notizia è che a Bologna i liberisti d’accatto, guidati dai tanti “sinistri responsabili” diffusisi dappertutto come dei virus, sono stati fermati. Ciò è buono, è un punto di ripartenza da utilizzare. Tuttavia e al tempo stesso è un qualcosa di paradossale, poiché 40 anni fa, coloro che difendono questa scuola pubblica la attaccavano come centro del potere di classe…come scuola dei padroni. Ma, ovviamente, le cose son cambiate, i paradigmi da rovesciare sono mutati in maniera impressionante. Si ricomincia da quei 50.000.
L’Italia, tanto per non sconfinare, vede un continuo e sistematico ridursi della propria forza economica, il dilagare della disoccupazione, della precarietà sociale, della miseria vera e propria. L’immiserimento non si fermerà. Siamo in presenza di un’Italia che grida aiuto, inascoltata e tuttavia ancora piena di sterili ideologismi veicolati dal virus di cui sopra, il cui risultato è l’avvitarsi della società nella spirale amore-odio verso il sistema che la affama. In mancanza di una memoria storica che funzioni e faccia da collegamento tra le persone in senso generazionale; in mancanza di un progetto politico credibile che costruisca dei legami fra le stesse, l’unica via d’uscita è quella di una ripartenza da zero, da eventi e situazioni contingenti che devono, però, servire da aggregante. La vittoria di Bologna, ovviamente, non basta. Ci vuole qualcosa di più che probabilmente sarà dato dall’inasprimento delle condizioni socio-economiche a venire, dalle risposte più o meno dure che verranno date a questi problemi. Le persone devono capire che il mondo così come è fatto non può funzionare.
Coloro che possono speculare sulla debolezza dell’Italia, speculano. Quelli di destra cercando di massacrare il lavoro, inventandosi di tutto per salvare i propri beni sempre più esigui; quelli di sinistra (responsabile) lavorando in Cina per far comperare le nostre aziende dal capitale cinese o internazionalizzando in Asia le stesse. Complimenti, ridare fiato al sistema, puntando sempre più al ribasso nelle condizioni di lavoro. Non è un caso se sia proprio il PD il referente attuale del governo cinese, dopo la mancata occasione del PDCI. Costoro stanno aiutandoli a comprare in Italia, paese “in saldo”, facendo passare la cosa come un salvataggio, come se la corda tesa fra due blocchi di capitalisti (con tutti i dovuti distinguo, poiché la Cina non è Occidente, ma nello specifico agisce nel senso del capitalista collettivo) fosse virtualmente indistruttibile e, soprattutto, non avesse ripercussioni sulle condizioni di vita reali delle rispettive popolazioni.
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