di Sergio Mauri
Il segno linguistico[1] tende all’immutabilità in quanto i singoli parlanti non possono modificarlo a piacere; e non esistendo motivi per cui preferire un’associazione significante-significato all’altra, non si può neppure discutere se e come modificarlo. Tuttavia, il segno linguistico muta; i rapporti significante-significato si spostano. Le cause del mutamento sono nella parole, ma il mutamento avviene solo quando, con il passare del tempo, è accolto a livello sociale dalla massa parlante. L’immutabilità del segno deriva: dal suo carattere arbitrario; dall’elevato numero di segni di ciascuna lingua; dal carattere troppo complesso del sistema; dalla resistenza dell’inerzia collettiva a ogni innovazione linguistica. La lingua è costantemente sottoposta all’azione del tempo, che ‘altera’ più o meno rapidamente i segni. Immutabilità e mutabilità del segno sono due fattori concomitanti. La mutabilità del segno non riguarda solo il piano del significante: “quali che siano i fattori di alterazione, agiscano essi isolatamente o combinati, sfociano sempre in uno spostamento del rapporto tra il significato (concetto) e il significante (immagine acustica)”.
[1] È caratterizzato da arbitrarietà e linearità; si compone di significato (concetto) e significante (immagine acustica, cioè traccia psichica del suono).