Conobbi Lucia Ghirardi, un’artista di grande talento, quasi 30 anni fa. Frequentavamo entrambi il Conservatorio di Musica nella nostra città natale, Trieste. Anche se la musica sembrava il suo primo obiettivo, era chiaro che la sua vera passione risiedeva nell’arte. La pittura rappresentava per lei non solo un interesse, ma il vero scopo della sua vita. Nonostante fosse ancora giovane, Lucia mostrava una sorprendente capacità di costruire un mondo artistico visionario, frutto di una fusione tra una mente aperta, uno sguardo puro e una sensibilità autentica che apparteneva alla sua anima. Ricordo vividamente un giorno, più di 25 anni fa, quando mi invitò a vedere i suoi dipinti ad olio nel sottotetto della casa dove viveva con la sua famiglia. Rimasi colpito dalla scelta dei colori, potenti e vibranti, e dalla loro armoniosa fusione. Non avevo mai visto un vero pittore in azione e le sue opere mi lasciarono senza parole. Era evidente che attraverso la pittura stava esprimendo le sue emozioni più profonde, rivelando ciò che la sua anima desiderava comunicare. I temi e le forme delle sue immagini erano chiaramente influenzati dal movimento espressionista, da cui trae origine. Con il passare del tempo, ho potuto osservare l’evoluzione del suo lavoro, che ha attraversato tre distinti cicli espressivi: il primo, molto vicino all’espressionismo austro-ungarico; il secondo, caratterizzato dalla geometrizzazione del corpo, frutto di studi approfonditi sulla sua struttura; e infine, l’ultimo ciclo, dedicato ai disegni. Ho notato che il suo studio sulla geometrizzazione del corpo rappresenta un tentativo di superare la timidezza e l’insicurezza che spesso accompagnano la sua persona. È comune che molti di noi abbiano dubbi sulla propria accettazione nella società. Tuttavia, questa spiegazione non basta a delineare la complessità della sua personalità artistica. Perciò, desidero approfondire ulteriormente il mondo artistico di Lucia. Esiste una teoria psicoanalitica, in particolare quella lacaniana, che suggerisce che l’opera d’arte entra in noi e ci guida nel suo processo creativo, piuttosto che il contrario. Questa teoria è particolarmente interessante e può aiutarci a comprendere perché il lavoro di un artista sia sempre diverso rispetto all’idea iniziale. Applicando questo concetto al percorso di Lucia, possiamo definirla un’artista le cui impronte creative rivelano una profonda influenza degli eventi della sua vita familiare, del corpo umano e delle emozioni umane, tra cui la vergogna, il dolore e la solitudine. Un elemento centrale nel suo sviluppo artistico è stato il suo maestro, Nino Perizi, la cui influenza ha segnato sia il suo stile di vita che quello artistico. Lucia crede fermamente che arte e vita siano interconnesse, rappresentando due facce della stessa medaglia. Se si è in grado di esprimere il proprio mondo interiore, questo si riflette inevitabilmente sulla tavolozza o sul foglio da disegno. Le proprie radici culturali e personali emergono nel lavoro artistico, rivelando l’essenza dell’individuo. Il curriculum di un artista è fondamentale, poiché rappresenta la prima finestra attraverso cui si conosce il suo lavoro. Lucia ha frequentato il Civico Museo Revoltella di Trieste dal 1982 al 1990, sotto la guida di Nino Perizi, e ha lavorato per lo Studio di progettazione Grafica Pini nel 1990-1991. Inoltre, ha partecipato a un corso alla Scuola Disney di Milano, sotto la direzione di Giovan Battista Carpi. È interessante analizzare il percorso di una giovane artista che segue le orme del suo maestro. Quando si è giovani adulti, è naturale esplorare il mondo al di fuori della famiglia di origine, cercando modelli da imitare e, talvolta, da criticare. Questo porta a riflessioni sul complesso rapporto tra padre e figlia e sulla necessità di protezione, che è una parte fondamentale della condizione umana. Nel primo caso, è normale cercare figure di riferimento che incarnino ciò che si desidera diventare. I genitori, durante l’adolescenza, non sono più sufficienti per esplorare il mondo e comprendere la vita. È necessario mettere in discussione l’ambiente circostante per progredire. Riguardo al secondo punto, esiste una vasta letteratura che esplora il rapporto freudiano tra padre e figlia, evidenziando la sua influenza sulla vita quotidiana. Infine, la necessità di protezione è intrinsecamente legata a queste dinamiche familiari. In conclusione, il percorso artistico di Lucia Ghirardi è un riflesso della complessità della sua personalità e delle esperienze che l’hanno plasmata. La sua arte non è solo un’espressione di emozioni, ma un viaggio attraverso la vita, le relazioni e le sfide che ha affrontato. La sua storia è un invito a esplorare non solo il suo lavoro, ma anche il profondo legame tra arte e vita che caratterizza ogni artista autentico.
Ritratto di un artista.
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