L’obbligo di rimanere a casa, dovuto all’epidemia di Covid19, ha generato una certa voglia di dibattito nell’ambito di quelle realtà che ancora non si sono conformate al dettato neoliberista. Si tratta di abbozzi e ragionamenti per capire come ci confronteremo col dopo-Covid19, come potremo interagire col dopo-Covid19. Lascio, perciò, delle riflessioni a cui riferirsi ed eventualmente partecipare al dibattito. Diciamo che periodicamente vedrete pubblicati su questo sito degli aggiornamenti con cui documentare ciò che accade “da qualche parte”.
Sono “segnali di vita” importanti che, tuttavia, possono essere semplicemente l’inizio di un percorso nuovo, di superamento di una politica vecchia e del modo di intendere la propria interazione con la società circostante. Un percorso arduo e difficile, sul quale possiamo esprimere tutto il nostro scetticismo, ma che comunque segna un momento importante della fase storica che stiamo vivendo.
Ho letto, quindi, da varie parti, da Carmilla Online al blog del Collettivo Militant a Contropiano, delle riflessioni a volte interessanti che vorrebbero spezzare il ciclo negativo non solo della parte politica di sinistra, ma di tutta la società italiana. Nulla di veramente nuovo e risolutivo, anche perché l’esigenza dovrebbe essere quella di “farsi ascoltare” ed usare “parole nuove” essendo che siamo sommersi da “parole morte”. Nessuno, inoltre, a veramente la voglia di mettersi in discussione, di superarsi, perché – in generale – tutti hanno la verità in tasca. E non potrebbe essere diverso in una società dove l’iniziativa competitiva ed individuale è l’unico modo di interagire tra persone, l’unico sistema condiviso di vita.
In attesa di capire meglio ciò che accade, facciamoci un giro tra i vari siti di coloro che dicono di proporre cose nuove, nate dalla crisi del Covid-19.