[Ultimo aggiornamento 04/08/2024]
Ultimamente mi chiedevo cosa fosse cambiato rispetto a quell’articolo di taglio sindacale pubblicato nel 1988. Sicuramente è cambiato il peso del Terziario che, dopo una esplosione durata fino agli anni Novanta, ha iniziato a contrarsi, penalizzato dal sempre minor peso dell’industria nel nostro paese. Senza industria, niente Terziario. Negli ultimi trenta anni il nostro paese si è de-industrializzato come tutti gli altri paesi Europei, eccetto Germania e Olanda. Il settore primario, la cara vecchia agricoltura, ha continuato il suo processo di concentrazione, resa possibile dall’aumento del tasso tecnologico cioè dall’aumento della meccanizzazione, a scapito delle piccole e medie proprietà e, in più, ha perduto parte della sua base fondiaria a vantaggio della cementificazione-distruzione del territorio. La tanto rincorsa formula del “terreno edificabile” resa possibile da una burocrazia ormai privatizzata.
Le figure professionali sono cambiante e non poteva essere diversamente. L’aumento relativo di tecnologia, dappertutto, non ha fatto altro che cancellare posti di lavoro, non del tutto rimpiazzabili, visto che ora anche l’Industria ed il Terziario sono in crisi. Da quando eravamo bambini tanti lavori sono scomparsi e la sostituzione é stata carente; pure da un punto di vista sociale il bilancio non è dei migliori. Meno coesione sociale, meno impegno lavorativo, meno negozi nei centri storici significa svuotare di senso le storie delle nostre città.
La novità vera è rappresentata dall’imprenditoria immigrata, soprattutto cinese che, in varie città, apre attività arruolando anche personale italiano. Una struttura economica, quella cinese – al di là delle voci correnti in parte vere (connessioni con la criminalità; tuttavia esattamente come in tutti i paesi del mondo, nostro compreso) in parte inventate di sana pianta (i cinesi non muoiono mai….non avete ancora letto il tanto celebrato Saviano?) – che risulta essere più flessibile, con forti relazioni sociali, valori etici severi e meno pretenziosa come stile di vita rispetto ai nostri canoni basati sul voglio tutto, in cambio non dò nulla. E fortemente concorrenziale proprio per questo. Alla prossima indagine statistica verificheremo ulteriori cambiamenti del nostro vivere sociale, sicuri che ce ne saranno molti.
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