Si fa presto a dire Confucio.

Confucius
Confucius

Il pensiero confuciano si è avvalso di molti afflussi, di varie sorgenti, apporti di molti pensatori. La sintesi di tutto ciò è poi confluita in quello che noi chiamiamo pensiero confuciano.

E’ vero che il confucianesimo è un’ideologia, purtuttavia, è vero che non è solo e semplicemente un’ideologia pratica, concreta e socialmente orientata, ma include anche una dimensione spirituale. Quest’ultima si fonda sul rapporto tra cielo e terra e spiega molto bene il concetto di armonia di cui il confucianesimo è intriso.

Ad un primo esame questa filosofia sembrerebbe privilegiare quegli elementi del comportamento umano più inclini al conformismo, alla staticità, al seguire umilmente ciò che dice il più forte. In questo contesto sembrerebbe bandita la critica. Tuttavia, il messaggio si realizza – praticamente – nel raggiungere il consenso dal basso, che è possibile solo se ci si pone su una lunghezza d’onda collettiva e di compenetrazione degli interessi, invece che di contrapposizione fra gli stessi, come nello stile occidentale. Ad un esame più attento, perciò, l’eversione del messaggio attiene proprio il livello di socialità espressa. Il TOPOS peculiare della Cina è la sua formazione sociale e le relazioni ivi espresse, mentre il nostro è legato strettamente al modo di produzione.

Confucio oggi viene recuperato nella misura in cui non nuoce alle relazioni sociali dominanti, anzi le può rafforzare. Il suo pensiero e non il suo esempio è quello ad essere recuperato, perché il tipo di contesto che lo ha generato oggi non c’è più.

Ulteriore caratteristica della filosofia confuciana è quella della relatività del giudizio. Non c’è suddivisione netta delle categorie di valore, non c’è reale alterità tra bene e male, c’è invece coscienza dell’imperfezione insita nell’uomo e nella mancanza di bene, incapacità di adeguare il proprio ethos al bene pienamente concepibile. Il pensiero cinese ammette la complementarietà intrinsecamente positiva di bene e male.

Analogamente, conflitto e armonia sono concetti opposti e complementari nella cultura cinese e rappresentano aspetti diversi di una realtà che non è mai stata concepita come statica, ma in continua evoluzione e movimento. Più che l’ideale di una pace incontrastata è l’eterna tensione tra questi due poli ad aver attratto l’attenzione degli intellettuali cinesi fin dall’antichità, nella convinzione dell’impossibilità di portare ordine nel mondo senza il ricorso, in ultima ed estrema istanza, alla forza delle armi. La guerra giusta è contemplata nella cultura cinese.

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.

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