Ripubblico una mia traduzione di qualche tempo fa, tuttavia molto attuale. Dieci anni dopo l’invasione dell’Iraq, continuazione e chiusura definitiva di un capitolo iniziato nel 1991 fatta allo scopo di abbassare il prezzo dell’approvvigionamento occidentale di materia prima che interessa tutti i processi produttivi, il risultato è quello di un paese che non esiste più, è una lontana ombra di sé stesso, dove i problemi sociali, le divisioni religiose ed etniche sono di attualità. Se ci sono degli episodi, nella storia mondiale recente, in cui una parola come Imperialismo ha un senso immediato ed illuminante, quello centrale è proprio la distruzione scientifica dell’Iraq. Diverse centinaia di migliaia di morti non hanno risolto se non in minima parte il problema del prezzo della materia prima petrolio. Possiamo, perciò parlare di fallimento. Un fallimento che si inscrive in tutta la storia dell’Occidente in quanto attore economico e sociale capitalista e imperialista.
Via: Angryarab e Washington Post
Matthew Alexander : “In mezzo al caos, 4 altri investigatori criminali dell’Air Force, io mi unii ad una squadra d’élite di inquirenti che tentavano di localizzare Zarqawi. Quello che subito scoprii sui nostri metodi mi stupì. L’esercito stava ancora conducendo gli interrogatori in accordo col modello Guantanamo: essi stavano ancora nominalmente usando i metodi descritti nel Manuale dell’esercito statunitense, la bibbia dei funzionari che interrogano, ma essi spingevano in ogni modo per piegare, stravolgere e violare le regole stesse. Non c’è bisogno di ritornare sul punto, dozzine di articoli di giornali e libri sono stati scritti sulla cattiva condotta che ne è risultata. Questi interrogatori erano basati sulla paura e sul controllo; spesso sfociavano in torture e abusi . “
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