di Sergio Mauri
La storia della Chiesa è preceduta da una storia in cui un’idea, innovativa, sul mondo e la società del tempo irrompe nella realtà, addirittura nel quotidiano. Da quell’esperienza piena e profonda nasce poi la Chiesa per come la conosciamo noi, con successivi diversi aggiustamenti conseguenti a scontri anche di una certa durezza e importanza fra le varie componenti del primo Cristianesimo. Primo Cristianesimo non unitario, di cui noi oggi abbiamo una (relativa) contezza, ma che ha visto il prevalere di alcune posizioni rispetto ad altre, nell’impossibilità della loro ridiscussione, se non per gravi motivi di consenso (come è accaduto col Concilio Vaticano II, a esempio o come accade oggi con Francesco, succeduto a B16 con difetti di comunicazione).
Riassumendo, la storia della Chiesa potremmo tratteggiarla “politicamente” come segue: 1) una prima fase rivoluzionaria in cui si esprime e si vuole portare una nuova concezione della vita; ne conseguono scontri e persecuzioni, condizioni di illegalità; 2) graduale affermazione anche a causa del decadere della precedente forma di potere in cui ci si inserisce (quello romano); dicotomia tra i poteri (trono e altare) in continua lotta per la propria affermazione; 3) fase della completa affermazione anche “secolarizzata” della Chiesa in quanto completo strumento di potere, ramificato e radicato, anche se non necessariamente con un seguito significativo, soprattutto nel corso del tempo e nella contemporaneità. Potremmo quindi dire, semplificando molto: rivoluzione, riforma, controrivoluzione. Esito del processo è quello di una (possibile e probabile) scomparsa della Chiesa, per lo meno per come l’avevamo conosciuta e sua trasformazione, oggi i segni in tal senso sono evidenti, in agenzia sociale.
Se la storia dell’Occidente, fortemente segnata dal Cristianesimo, è quella impersonata dalla Chiesa e dai suoi uomini e donne, col suo proprio senso della storia e il suo concetto di tempo lineare, allora è evidente che anche il marxismo, teoria politica, movimento politico intersecantesi col movimento operaio, è parte di questa storia (Lowith) che è una storia, tipica dell’Occidente, di sovvertimento e fallimento del sovvertimento preludio al cambiamento. Al cambiamento di che? Della vita, naturalmente.
Cristianesimo e marxismo accomunati dal bisogno di nuovo, nella vita, nei rapporti sociali, di una sua affermazione e suo svilimento e conseguente morte, fine. Ciclo sempre uguale, almeno per il cristianesimo e il marxismo. Ciclo che smentisce la visione lineare, finalistica della cultura giudaico-cristiana, appunto. Che riprende il sopravvento sulla parentesi cristiana.
È un tema di fondamentale importanza non solo per la filosofia, ma anche per una dimensione che voglia essere politica. Infatti, per costruire una strategia e una tattica minimamente serie bisogna capire ciò che è stato e almeno qualche meccanismo dell’evoluzione del nostro mondo.