Straniero nella notte. Forse Renzi si sarà sentito così, ai primi risultati del Referendum perduto in una maniera piuttosto indecorosa. Rimango dell’idea che Renzi abbia sbagliato ad indire questo quesito referendario, ma che pure quelli che vi si oppongono non abbiano poi saputo esprimere molto più che una certa antipatia per il soggetto. Ritorno a dire che la Costituzione è già stata emendata e stuprata in un silenzio, complice, quasi assordante. Estrarre dal cappello “la difesa della Costituzione” per ridarsi una patina di affidabilità argomentativa, mi sembra alquanto singolare.
Il personaggio Renzi non aiutava di certo a trovare motivi di simpatia da esprimergli con chiarezza di sentimenti. Inoltre, con un Parlamento eletto per mezzo di una legge elettorale farlocca, dichiarata peraltro incostituzionale, non c’era molta speranza politica per il nostro primo ministro. La prima regola per governare è quella di risultare simpatico ai cittadini. Una persona simpatica, positiva, ottimista, una persona che non dice le solite cazzate e fa promesse campate in aria. La gente ha visto in lui una persona arrogante, un cazzaro da fiera dell’usato.
Tuttavia, Renzi non è di meno o di più dei suoi concittadini che si possono lamentare fin che vogliono, ma che spesso gli assomigliano più di ciò che pensano. Renzi non è il peggiore dei primi ministri possibile, magari è stato pure arrogante ed incompetente al pari degli altri appartenenti alla sua corte, ma dobbiamo sempre tener presente la lunga serie di inciuci che hanno accompagnato questo suo breve periodo di protagonismo politico.
Riassumendo: attraverso questo risultato referendario gli italiani non cambieranno il loro status sociale. Come tutte le tornate elettorali, il referendum è stato un banco di prova voluto dai poteri economici sovranazionali al fine di capire quanto il ragazzino li stava prendendo per il culo affermando di essere in grado di governare l’Italia e magari di traghettarla verso lidi più consoni alla tenuta finanziaria del continente. La sconfitta, in fin dei conti, torna comodo pure a lui, permettendogli di uscire di scena in una maniera tutto sommato decorosa e non indegna come fu per il Berlusca.
Il dopo-Renzi? Io continuo a sentir odore di Troika.
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