Il ministero pubblico della Confederazione ha aperto una procedura non sui politici responsabili di un vero e proprio tradimento del paese, ma contro chi ha fatto conoscere all’opinione pubblica l’incredibile e indecente connivenza fra le autorità elvetiche e i torturatori di Guantanamo.
Non è stato il giornalista a violare la legge, ma chi la legge e la costituzione l’ha violata prima di lui : non c’è segreto che tenga di fronte ad un crimine e il crimine l’ha commesso il Consiglio Federale accettando che la Svizzera venisse usata come base, seppur di transito, per attività criminali internazionali.
Indegno è anche il comportamento della commissione agli Stati che si preoccupa che quanto pubblicato e ormai a conoscenza della pubblica opinione, abbia a pregiudicare, citiamo, “ la credibilità internazionale della Svizzera”.
E purtroppo non intendeva la credibilità elvetica come paese che non approva sequestri di persona, detenzione senza processo e torture, ovvero tutto quanto fanno gli Stati canaglia non solo come Saddam, ma anche come gli Usa: no, intendeva la credibilità ….presso gli Stati Uniti! Cioè in parole povere, come complice di crimini internazionali
la Svizzera non è più credibile perché.. parla troppo. Per la commissione senatoriale la cosa non è grave tanto perché crolla ogni credibilità di un paese che ha fatto della difesa della legalità internazionale la base della sua politica estera e della sua ( un tempo) etica nazionale. No preoccupa i signori della commissione perché potrebbero essere compromessi gli affari elvetico americani.
Ancora una volta Dick Marti ha ribattuto che la pubblicazione del “segreto” non è affatto grave , ma molto più grave appare il silenzio-assenso del governo.
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