Ci sono molti miti che vanno per la maggiore in rete, ma anche nella vita che non stà in rete. Uno di questi è quello che ci ricorda che in Italia non si aprono imprese perché il livello di tassazione è alto. In parte è vero ed è una conseguenza del fatto in sé, della questione fondante sottintesa all’affermazione: il livello di tassazione è alto e non si abbasserà, proprio perché mancano le imprese, soprattutto quelle nuove, e quelle che ci sono devono sobbarcarsi di mandare avanti la baracca, anche per tutti gli altri.
Allora, chase the money.
Da dove si genera l’alta tassazione tipicamente italiana?
Dalla necessità di mantenere un così elevato debito pubblico, con annessi pagamenti di pensioni e stipendi dello Stato? Anche. Ma non solo.
Dalla necessità di sostenere la grande e meno grande impresa italiana con fondi pubblici? Anche. Ma non solo.
Tuttavia, la ragione che ha innescato la questione di cui stiamo parlando, quella dell’alta tassazione italiana, risiede nel ridimensionamento della base imponibile generale. Cioè: sempre meno imprese e sempre meno lavoratori in regola che non riescono a coprire il fabbisogno dello Stato. Ciò si riversa sull’aumento continuo del livello di tassazione che di certo non aiuta le imprese oneste, non aiuta le startup, né – tantomeno – la contabilità generale dello Stato.
Se l’economia va bene, le finanze private e dello Stato vanno bene. È quando le cose non funzionano, quando l’economia va male, che il sistema si inceppa.
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