di Sergio Mauri
*** AGGIORNAMENTO ***
Mentre Trump ha buttato benzina sul fuoco, a Baltimora la notte scorsa sono state rimosse le statue confederate per le quali a Charlottesville ci è scappato il morto e 32 feriti.
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Quello che è successo a Charlottesville è di una gravità eccezionale. Questi episodi, di cui nemmeno l’Europa è scevra, accadono per una ragione. I razzisti, il Klan e tutta la risma del nazionalismo bianco si muovono e provocano lo scontro, ammazzando la gente, perché c’è Donald che li protegge, c’è Donald che li appoggia. In Europa ci sono stati e ci sono altri nel ruolo di Donald, alcuni dei quali veri utili idioti. Molti nei cosiddetti “centrosinistra”, molti tra i “democratici responsabili”.
Diamo un’occhiata al curriculum degli ultimi 40 anni di Donald:
- ordinava che i suoi impiegati di colore sparissero dai locali dei suoi Casinò di Atlantic City, quando lui era in visita;
- si lamentava che la pigrizia fosse un tratto distintivo dei neri e che non “erano in grado di controllare nulla”;
- richiese che gli ebrei col loro copricapo tradizionale rimpiazzassero i suoi impiegati di colore;
- disse a Brian Gumbel che “un nero bene istruito ha un vantaggio tremendo su di un bianco bene istruito nel mercato del lavoro”;
- chiese la pena di morte per un gruppo di giovani neri e latinos accusati dello stupro di una donna che faceva jogging nel Central Park e nonostante questi venissero in seguito scagionati dalla prova del DNA, ha continuato ad insistere che erano colpevoli;
- insinuò che una tribù di nativi americani non gli sembrava tale;
- derise i negoziatori commerciali cinesi e giapponesi ;
- descrisse gli immigrati messicani privi di documento, quali stupratori;
- paragonò i rifugiati siriani a dei serpenti;
- difese due suoi sostenitori che avevano aggredito un senzatetto latino definendoli persone “molto passionali” che “amano questo paese”;
- ha promesso di bandire un quarto dell’umanità dagli Stati Uniti;
- propose un archivio elettronico per tracciare tutti i musulmani americani, un atto che egli stesso rifiutò di distinguere dalla registrazione degli ebrei da parte del regime nazista;
- aveva sostenuto che i finanziatori ebrei vogliono controllare i politici e sono negoziatori maliziosi;
- si è speso in grandi lodi per la “meravigliosa reputazione” del teorico cospirazionista Alex Jones che biasimò l’America per i suoi problemi con la “mafia ebraica“;
- si riferì ad un suo sostenitore nero come al “mio afro-americano“;
- insinuò che la madre musulmana di un soldato dell’esercito americano defunto “forse…non aveva il permesso” di parlare in pubblico del figlio;
- accusò un giudice americano di origine ispanica di essere “un messicano“;
- ritwittò messaggi antisemiti, anti-neri e suprematisti bianchi e citò anche Benito Mussolini;
- teneva un libro con i discorsi di Hitler vicino al letto;
- si rifiutò di condannare sia David Duke che il KKK;
- spese 5 anni guidando un movimento con lo scopo di sporcare e delegittimare il primo presidente nero degli Stati Uniti che Trump accusò pure di essere il fondatore dell’ISIS;
- inoltre, i sostenitori di Trump sono motivati dal razzismo più che da questioni economiche;
- e mentre non tutti gli elettori di Trump sono razzisti, tutti hanno deciso che il razzismo è una questione che non li riguarda;
- ha definito ripetutamente la senatrice Warren, di origini native americane, come Pocahontas;
Perciò non dobbiamo meravigliarci se poi pezzi di società si sentono giustificati e sostenuti da una tale produzione di aggressività, ignoranza, pregiudizi. Trump è il primo presidente ad essere così pesantemente coinvolto in queste situazioni.
Altri presidenti che hanno fatto leva su certe ignoranze e certi pregiudizi ci sono stati: ad esempio Nixon con la sua strategia meridionale, Reagan con le sue regine del welfare, George Bush con il Willie Horton ad, o i superpredatori dei Clinton! Ma Trump li ha battuti tutti.
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