Volevo intitolare questo articolo “Una proposta di civiltà per la fiscalità italiana”. In effetti si tratta di una questione di civiltà, di convivenza civile tra le persone. Ho già scritto dell’irrazionalità del sistema fiscale italiano, quindi sapete già che ne penso.
Come primo passo verso la razionalizzazione, propongo la tassazione unica e progressiva sui redditi e le proprietà esistenti che generano reddito, con coefficienti bassi. Intorno al 15% sul totale dei due parametri. Introduzione delle detrazioni fiscali su tutte le spese, non solo su quelle mediche o per le ristrutturazioni edilizie. Quindi emersione totale dei redditi.
Impossibile! Si, certo, impossibile o quasi, perché andremmo a toccare troppi privilegi ed interessi corporativi ormai consolidati, e non solo quelli dei liberi professionisti o di certi settori dell’industria o della grande distribuzione italiana, ma anche nei gangli del settore pubblico, cioè dello Stato, dove albergano privilegi non meno importanti.
E poi, ci sono tanti furbi in Italia! Lo sappiamo. Certo; la questione è che, alla fine, tutti sanno tutto di tutti. Allora la soluzione è quella di far lavorare i funzionari pubblici italiani, una corporazione non meno importante di quelle degli avvocati, dei notai o dei commercialisti, e scovare gli inadempienti. Funzionari pubblici italiani il cui codice di comportamento dovrebbe includere per prima cosa l’osservanza del divieto del doppio lavoro, magari in nero.
Mission impossible!
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